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Cristina Senatore realizza le proprie opere materiche per lo più in materiali riciclati (componenti recuperati all'interno di vecchi elettrodomestici, frammenti di metallo, stoffa, pezzi di imballaggi alimentari, cartone e l'immancabile per me carta stagnola dorata). Spesso in esse resta forte la componente del disegno, e così si vede riemergere la linea trasformata in filo di cotone nero cucito su tela  ad esempio o in fil di ferro manipolato.
 

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Scultura in fil di ferro, ottone e plastilina

In esse confluiscono i temi che studia e che intrappolano la sua attenzione e curiosità, sono come riflessioni, esternazioni o racconti scritti con le mani. Porta avanti serie parallele di produzioni, come per i disegni ma con una maggiore lentezza, ci sono volte che una serie subisce l'arresto di alcuni anni. Tra i soggetti che le sono cari vi sono gli animali fantastici, i volti e le architetture sentimentalmente sgangherate, mentre i temi che preferisce sono quelli che riguardano le riflessioni sul tempo, le interferenze, le interconnessioni fra le cose e le persone, fra persone e persone, i concetti di errore, di meraviglia o le indagini sulla forma e il suono delle parole. E' particolarmente attratta dagli specchi, dall'oro, dai nodi, dai fili.  
 

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