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Museo Piazza Itinerante

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Museo-Piazza Itinerante è l'idea di un particolare museo d'impresa pensato per le periferie, nata tra la fine del 2017 e l'inizio del 2018, in occasione del contributo che Cristina Senatore è stata invitata a dare in qualità di concept designer dal prof. arch. Marco Borrelli, nel Corso di Museografa d'Impresa di cui è responsabile presso la Seconda Università degli Studi di Napoli, al quinto anno del Corso di Laurea in Architettura. 

In Museo-Piazza ho fatto confluire gli oltre venti anni di osservazione della periferia, delle sue dinamiche e caratteristiche in qualità di abitante emigrato dal centro, di professionista e  progettista impegnata nella comunicazione delle aziende, di ex studentessa e partecipante a workshop come Antinapoli e FuoriAsse

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Contestualmente al corso, a marzo 2018, il concept ha risposto alla call “Playble Museum” lanciata dal Museo Marino Marini di Firenze, inserendosi nel dibattito relativo alla necessaria trasformazione alla quale devono essere sottoposti i Musei per adeguarsi ai tempi e restare punti di riferimento nella vita culturale delle città. Museo Piazza Itinerante è tutt'ora un progetto aperto a nuovi sviluppi e alla collaborazione di tutti in particolare di architetti, artisti, galleristi, imprenditori/finanziatori/visionari che vogliano stanziare delle risorse economiche, ingegneri, informatici eccetera e ha base in una pagina fb.

 

Il progetto nasce da una osservazione diretta e indiretta (attraverso il lavoro e lo studio di altri) sulla periferia e in particolare sulla periferia tra Napoli e Caserta, che si distingue dalla soporosa provincia a carattere rurale per una aggressività tipica degli ambienti metropolitani. Si fonda su alcune considerazioni chiave e sul desiderio centrale di riabilitare il sentimento di meraviglia* positiva negli abitanti della periferia, assuefatti ad una realtà troppo spessa dura e cruda dovuta all'ambiente straniante delle "città dormitorio"  nelle quali gli interessi economici soffocano ogni spinta culturale. 

Il Museo Piazza Itinerante consiste in una capsula museale, indipendente o collegata ad un museo o ad una galleria d'arte stanziali, in grado di installarsi, attraverso una architettura temporanea, in uno dei tanti piazzali abbandonati o vuoti, spazi residuali di cui è cosparsa la periferia. Tale Museo è perciò: itinerante perché si sposta aprendo spazi dedicati alla cultura fra agli abitanti della periferia, intercettando un pubblico per lo più estraneo alla vita culturale della città attorno alla quale la periferia si sviluppa ed è detto Piazza perché in grado di innestarsi come un seme e trasformare con la propria presenza attiva un semplice piazzale vuoto in una piazza con la sua funzione di luogo nel quale i cittadini si incontrano, si nutrono di informazioni, instaurano relazioni sociali non deviate da interessi economici (come avviene nei centri commerciali che da anni in periferia sostituiscono gli inesistenti luoghi di ritrovo, le piazze, i luoghi di svago).

L'architettura temporanea pensata e richiesta per questo progetto è un particolare tipo di architettura effimera che sfruttando il suo potere iconico e totemico riesca a catturare l'attenzione dell'abitante periferico. In una certa misura e in merito a questo aspetto è stato da ispirazione l'osservare il fenomeno del Circo, come fenomeno che irrompe nella monotonia di una periferia piatta e grigia con il suo tipico tendone colorato che dal nulla mette in scena il miracolo di un luogo esotico e fiabesco. Tralasciando la disaffezione per il Circo per motivi etici legati allo sfruttamento degli animali e in un pubblico ormai distratto dal digitale, il Circo resta un fenomeno di costume in grado di modificare temporaneamente la città (la periferia) e di farsi notare. 

La ciclicità della sua apparizione garantirebbe attenzione su di sé attecchendo nell'immaginario persistente dell’abitante della città periferica, in cui ricade appunto il senso di meraviglia suscitato dalla apparizione del Circo, ma anche i gigli per le feste di paese che affondano le radici nelle antiche "macchine da festa" barocche

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