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Il Restyling, ovvero il restaurare, l'ammodernare, il rinvigorire un marchio, un logotipo e l'immagine di una azienda è sicuramente una operazione delicata, spesso più difficile della progettazione da zero. Essa infatti richiede di subentrare ad una realtà esistente, di modificare senza snaturare ciò che esiste da tempo e che per questo si è radicato nell'affezione dei proprietari e/o anche del pubblico. Il restyling si rende necessario ad esempio per le piccole o medie imprese che inizialmente hanno adottato come marchio il disegno fatto da un parente, da un amico o dal commesso della tipografia di fiducia che quindi non presenta i requisiti tecnici necessari ad un marchio per essere efficace, come la riproducibilità o la leggibilità.Si tenga anche conto che solo recentemente le piccole imprese stanno imparando a riconoscere e ad attribuire il giusto valore alla propria immagine, a comprendere che l'immagine aziendale non è solamente l'aspetto estetico con il quale l'azienda si veste agli occhi di chi la guarda, ma è la forma nella quale essa stessa esiste e che la forma è sostanza: una immagine sciatta, un testo banale o che presenta errori, un uso inappropriato del colore o dell'immagine non costituiscono solo un abito criticabile ma comunicano un modo di essere dell'azienda, possono trasmettere l'idea di mancanza di professionalità, di una conduzione sciatta degli affari, di poca affidabilità e chiarezza.

CHE COS'è...

Museo-Piazza Itinerante è l'idea di un particolare museo d'impresa pensato per le #periferie, nata tra la fine del 2017 e l'inizio del 2018, quando in un confronto fra me e Marco Borrelli, architetto e ricercatore universitario, si sono rimescolate idee, esperienze di vita, studi e visioni.

Napoletana, proveniente da una famiglia stanziata nel centro di Napoli da un numero immemore di generazioni, abito da tutta la vita, 40 anni, in una #periferia nella quale non mi riconosco e che non mi riconosce, lontana fisicamente dalla #città nella quale mi sento a #casa e per la quale però io non sono che un'ospite che viene da fuori porta, ho deciso da un certo momento in poi, diversi anni fa, di trasformare questa mia condizione di conflitto in un punto privilegiato di osservazione da sfruttare. Mi sono sforzata di osservare la periferia e i suoi abitanti (i miei co-abitanti) con senso critico, senza però la distanza del giudizio o del pregiudizio, ne ho catalogato mentalmente e non solo (ho collezionato materiali, preso appunti, fatto disegni, scritto pagine di diario...) abitudini, inclinazioni, gusti, modi di fare e di comunicare, quelli che per me sono difetti e vizi (senza contraddizione perché non giudicare non signifca non essere critici), ho prestato l'orecchio alle inflessioni della lingua, ai soprannomi, quando mi è stato possibile alle leggende alle storie locali e ho cercato di capire con spirito di #glocalità come tutto ciò si connettesse alle trasformazioni e ai fenomeni esterni alla periferia. Ho osservato la periferia nella quale vivo, tra Napoli e Caserta, ma sono diventata sensibile al racconto di tutte le periferie, che anche se diverse tra loro presentano tratti comuni.

Sulla scorta dunque della mia esperienza di vita e del mio desiderio di città, in contrapposizione a quanto esiste, ho
immaginato uno spazio di connessione con un un ruolo e un peso socio-culturali: un #museo itinerante che trasformasse in #piazza i piazzali abbandonati e gli spazi residuali. Quei fazzoletti di terra abbandonati fra le case, ai margini delle strade, che non hanno alcun senso e spariscono sotto agli occhi fnché qualcuno li occupa, mostrandone l'esistenza. Quindi il progetto è un progetto culturale ma ha bisogno per il suo completamento del progetto di una #architettura #temporanea rispondente a determinate caratteristiche, tali da attrarre l'abitante della periferia e con lui stabilire una connessione. Una particolare #architettura #effimera che sfruttando il suo potere iconico incarni un ruolo sociale di valore.

Marco Borrelli, ritenendolo interessante, ha approfondito e adeguato il concept adottandolo come tema d'anno per il suo
#Corso di Museografa d'Impresa al quinto anno del Corso di Laurea in Architettura presso la Facoltà di Architettura di Aversa della #Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”. (gennaio – giugno 2018).

Contestualmente al corso, a marzo 2018, il concept ha risposto alla #call “Playble Museum” lanciata dal Museo Marino Marini di Firenze, che ha aperto da poco una piattaforma on line dove tutti i 240 progetti pervenuti, vincitori e non (Museo – Piazza – Itinerante non ha vinto) continuano ad essere raccontati pronti ad aprirsi a sviluppi possibili.

Ora Museo Piazza Itinerante, torna ad essere una idea aperta all'integrazione e alla partecipazione, pronta, sul
suo percorso verso (spero) la #realizzazione finale, a trasformarsi in altre cento cose.

Credendo infatti che sia un progetto possibile, realizzabile, che abbia un senso e un valore e che una volta attuato possa trovare un riscontro positivo da parte del suo destinatario, ho deciso di dedicare 12 mesi a provare a trasformarlo in un progetto da realizzare per poi provare a realizzarlo. Servono al progetto: #architetti che progettino architetture temporanee coerenti al concept, #finanziatori#imprenditori#direttori di musei, #curatori#artisti#ingegneri informatici
ed elettronici... Il compito titanico e un poco folle che mi sono data è quello di cercare e trovare queste risorse, provare a metterle insieme e farle funzionare.
Apro questo gruppo fb al servizio di questa idea. Esso è collegato ad una pagina fb, anch'essa creata ad hoc, dove verranno travasati e archiviati ordinatamente i contenuti che saranno pubblicati qui in modo da farne un racconto facilmente
fruibile nel tempo. Questa piattaforma web per ora così costituita (gruppo fb + pagina fb) serve come mezzo per spiegare e #raccontare il concept e come luogo di incontro, #partecipazione#scambio e raccolta di #contributi e materiali. Mi auguro che in molti vorrete sostenere questa mia idea, adoperandovi ad alimentare un dibattito, per continuare ad arricchirla e a sostanziarla ponendo in essere una collaborazione finalizzata alla sua progettazione e realizzazione.
Siete tutti i invitati ad innamorarvi e a partecipare, con qualunque contributo riterrete adeguato (disegni, progetti, studi, scritti, proposte, etc.). Ogni idea, suggerimento e soprattutto critica è materia preziosa che vi chiedo e mi aspetto. Mi rivolgo ai miei amici reali e virtuali, ai professori, ai conoscenti, ai periferici, agli artisti, agli entusiasti, a chi non ha paura di provare o anche di fallire.
Il #fallimento di questo progetto, inteso come la sua non realizzazione è contemplato come possibile sviluppo e non come negazione dell'idea. Non ho paura di fallire.

Ogni #autore resterà per sempre proprietario del contributo pubblicato in questi spazi e nessun materiale verrà usato da
parte mia per nessuno scopo senza l'autorizzazione dell'autore.

Nei 12 mesi stabiliti il mio lavoro non sarà solo sul web, ma anche e soprattutto fuori da esso per creare le connessioni di cui ho parlato sopra. Darò conto di iniziative e sviluppi attraverso questo mezzo e questo spazio immateriali.
Trascorso il tempo, nel caso del fallimento del progetto resterà il materiale prodotto da raccogliere. Tutto si trasforma e nulla si distrugge.
#Credere senza provare non ha senso. Fallire ha più senso di non credere a niente.

Cristina Senatore_21 Luglio 2018

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